Tornati da poco da un’altra entusiasmante ed emozionante avventura in Bosnia!
L’idea è stata lanciata durante il terzo viaggio nelle zone alluvionate a cui il caro amico Sergio non ha potuto partecipare. Abbiamo già allora quasi programmato una nuova spedizione in terra bosniaca con lui e già brindato al nuovo progetto (#progettosergioinbosnia appunto).
Ci siamo quindi ritrovati alla Home di Veprinac il sabato 10 ottobre con Fabio e Serena (ormai dei veterani), con Lorenza (anche lei presente durante il terzo viaggio nelle zone alluvionate), con Ferruccio, Claudio e Sergio che invece erano all’esordio.
Il primo brindisi bosniaco è stato domenica 11 ottobre a Bugojno, a casa di Stipo e famiglia.
Foto con la pianola mandata da Trento dalla zia Maria (sorella di Stipo).
Prima čorba (minestra) bosniaca a casa di Alija e Fatima a Mostar la domenica sera.
Il gruppo con Fatima (al centro della foto con la maglia verde).
Il mattino dopo, a casa di Safet: Lorenza (aiutata e “controllata a vista” dai divertiti Serena e Ferruccio) macina a mano il caffè.
Ecco Safet (non vedente a causa di una mina calpestata ed esplosa nel 1994) con la moglie ed il figlio più piccolo.
Foto con lo splendido Stari Most (ponte vecchio) di sfondo.
Ricordando con Nermin la “storia della cipolla”…
Fabio, sempre imbattibile coi bambini.
Divertentissima serata a casa di Semir e famiglia.
Una bellissima Mostar dall’alto.
Davanti al primo murales del cuore realizzato a Mostar nel 1996 (e ristrutturato nel 2010).
A Blagaj, una specie di “Međugorje per i musulmani”.
A casa di Ajkuna…
Mercoledì 14 ottobre, presso il tunnel della vita di Sarajevo.
Il caffè bosniaco (ne abbiamo bevuti tanti).
La meravigliosa accoglienza di Selmir (il direttore) e dei ragazzi del centro Mjedenica di Sarajevo.
Selmir mentre aiuta con la proiezione dell’immagine del cuore il mercoledì sera…
I lavori al murales del giovedì, con pioggia, tanta pioggia…
Il murales interno, all’ingresso della scuola…
Mali estremi, estremi rimedi: Fabio e Irene asciugano il muro bagnato col phon (ha funzionato).
Anche Džena, un’amica di Sarajevo che è stata alla Home di Veprinac in maggio è venuta a darci una mano…
Con Enisa (la prima a sinistra), sua nipote, con Esther e i figli di Saša e Vicky (Esther e David), qui insieme a Claudio, Džena e Sergio.
Anche Inga (che è stata alla Home di Veprinac con Saša, Esther e amici nel 2014) ed i suoi due figli sono stati dei nostri…
L’opera all’interno completata.
E quella all’esterno.
Venerdì 16 ottobre nel centro di Srebrenica: incontro “casuale” con Senad, scacciato nel 1995, rifugiato in Olanda fino a poco tempo fa e di recente tornato al paese natìo. (Chissà cosa nascerà da questo incontro “fortuito”).
L’incontro a casa di Hajra Ćatić, presidente dell’associazione “Donne di Srebrenica” che ci ha raccontato gli agghiaccianti eventi del luglio 1995.
Il memoriale a Potočari, a pochi chilometri da Srebrenica.
Rientro a Sarajevo via Višegrad: qui il “mitico” ponte sulla Drina.
Il murales del cuore realizzato qualche tempo fa da Saša, Ilija, Esther e volontari presso una scuola elementare di Sarajevo.
Caffè e due chiacchiere con Saša il sabato mattina…
Sulla via del ritorno, sabato 17 ottobre, tappa a Zenica per visitare un reparto molto bisognoso dell’ospedale cittadino…
… e una casa di riposo lì vicino a cui abbiamo portato tante banane e mandarini grazie all’offerta dell’amico Slavko di Rijeka.
Domenica 18 ottobre, festa di compleanno presso il centro Home di Veprinac per tutti i nati sotto il segno della vergine e della bilancia. Ivan, uno dei festeggiati, ha ricevuto anche un attestato per l’aiuto dato come cameriere durante i Pizza Party dei campi estivi.
Stiamo già pensando a quando programmare il prossimo viaggio in Bosnia. L’idea è di portare il murales del cuore anche a Srebrenica…
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