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Archive for Maggio 2010

Doveva essere un week-end diverso e invece si è trasformato in una serie di incontri emozionanti…

Foto sotto: Andrea non ce la fa più… un altro caffè turco in arrivo!

Dai nonnini sulla montagna (a pochi Km dalla Bosnia).

Cantata a casa di Angia (sulla sinistra) a Vojnic.

… e che torta ci ha fatto Marija (a Karlovac).

Regalo per Brigitta da Luisa di Belluno.

“Il riposo dei guerrieri”!

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E’ stata un’ondata di entusiasmo e di freschezza. 16 amici di Edolo (Brescia) sono scesi dagli alti monti fino al mare di Rijeka per visitarci per alcuni giorni. Dopo le meravigliose prime visite dei primi di giorni con tutto il gruppone a Rijeka e dintorni, siamo andati con Vero, Ornella, Ferruccio e Germana una giornata e Karlovac e dintorni (poco distanti dal confine bosniaco) e due giorni a Medjugorje e Mostar (in Bosnia).

E’ stato un giro di perlustrazione per farsi un’idea su nuovi possibili progetti di volontariato su cui collaborare. A settembre ci ritroviamo di nuovo a Rijeka per construire una scala esterna e per fare altri lavori al Dom za odgoj della nostra Lidija.

Grazie a tutti e grazie a Paolino che da lassù ci guida ed assiste… Tutto questo accade anche grazie a lui!

Foto sotto: giochi al Dom Turnic: Emanuela balla con Nevenko.

Cantata tutti insieme… assistendo agli assoli di Vittorio!

Nel giardino del Dom za odgoj a Rijeka.

Davanti al murales.

Serata insieme presso la nostra comunità. Vero cerca di scoprire come funzionano ‘sti trucchi magici.

Dai nonnini sulla montagna, a Krnjak, a pochi kilometri dal confine bosniaco.

Ornella e Ljubimir, nipote di Angia (sulla destra), a Vojnic.

Da Barbara e famiglia a Vojnic.

A Mostar, davanti al murales da poco ristrutturato.

Zia Germana con un bimbo in Bosnia.

La cifra raggiunta con la gara di sci del 21 marzo. E’ sufficiente dire grazie?

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Foto sotto: Il ponte vecchio di Mostar.

(Siamo da poco tornati, ma le emozioni e i ricordi sono ancora vivi nel profondo)

Anna: Non è la prima volta che vado in Bosnia, ma proprio per questo mi ha colpito il fatto che mi abbia dato così tanto anche questa volta! Essere ospite di questa gente mite che ha sofferto tanto e sui cui volti se ne possono chiaramente vedere le tracce; il sincero scambio di affetto e apprezzamento; l’essere richiamata al fatto che per loro le cose più importanti, a cui ancora danno una priorità, sono proprio quelle che la nostra società del benessere sta perdendo; allo stesso tempo notare con tristezza come questi “anti-valori” stiano corrodendo anche il loro mondo… Questa volta poi c’è stata l’esperienza del murales e l’aver personalmente lavorato a fianco di alcuni giovani che ho “reclutato” all’istante, Nermin e Ibrahim, due studenti universitari cresciuti in mezzo a violenze e condizioni indescrivibili e così affascinati dal messaggio che il nostro murales grida a tutti quelli che passano: “Ciò di cui tutti abbiamo bisogno è amore!”
A prescindere da razza, religione o stato sociale, sì, questa è la risposta, questa è la chiave che ci permette di comunicare con persone diverse da noi e, in fin dei conti, quello di cui anch’io ho bisogno e che ho ricevuto durante quei meravigliosi giorni passati in Bosnia.

Andrea: E’ stato bello! Mi ha colpito l’ospitalità delle persone e la differenza che c’è con l’Italia e il mondo occidentale. In Bosnia si vivono ancora valori principali come l’amore e la fratellanza. E’ incredibile tutto quello che c’è dietro il progetto del murales, il suo messaggio e le reazioni della gente. Bello anche andare con i miei amici di Rijeka, da loro imparo sempre tante cose nuove…

Paolo (scritto a Mostar, il 23.04.2010): Mi fa bene ogni tanto tornare in Bosnia… la gente qui ha poco, ma vive bene. Nel senso che i rapporti fra le persone sono più umani e sinceri. Non che qui sia un paradiso perchè ci sono grandi problemi, ma la mancanza di troppe ricchezze materiali “costringe” le persone a godere delle semplici cose della vita e questo le rende più serene e felici.
Tanti problemi che la gente benestante si fa in Italia qui non esistono. Il ritmo di vita è più tranquillo e si curano di più i rapporti umani, le case sono “aperte”, la gente si va a visitare di continuo senza prennunciarsi via telefono, semplicemente mettono dentro la testa e vedono cosa succede…
C’è meno di tante cose, ma di più di altro. Manca il superfluo, ma c’è l’essenziale.
Quando racconto che a volte, in Italia, famiglie intere si dividono e non si parlano più per questioni economiche, di eredità o altro, qui non possono crederci… sembra loro una barzelletta.
Mi fa bene tornare in Bosnia di tanto in tanto, anche perchè mi aiuta a mettere a fuoco dove mi sta portando il mio gran correre… e anche se fatto a fin di bene, rallentare un pò di più, ogni tanto, uscire dalla morsa che ti tiene sotto pressione per fare-produrre-creare è un vero toccasana.

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Con l’aiuto di Marco  e Marianna, che sono venuti a darci una mano per qualche giorno dall’Italia, abbiamo abbellito un’altra stanza per gli ospiti del Dom Turnic di Rijeka. Speriamo che queste immagini colorate e l’amore che ci abbiamo messo possano incoraggiare le persone che la useranno per terapie intensive.

Marco e la sua “sfarfallata” di cuori.

W l’amore, l’amicizia e gli scambi culturali!

Per la buonanotte…

Andrea e Marianna alle prese con i pennelli.

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