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Archive for agosto 2008

Siamo tornati in quel di Vojnic ad aiutare Sanja e la sua famiglia con un pò di lavori. Oltre ad Albertone ed Emanuele, abbiamo avuto il piacere di avere con noi anche Giovanna, Veronica ed Eleonora da Brescia, unitesi all’ultimo al gruppo.
E’ successo un pò di tutto, tanto lavoro, ma anche tanto divertimento e, ovviamente un’esperienza di vita indimenticabile…

Ecco qui sotto Jerry che taglia la legna…

… da portare poi via a carriolate…

Raccolta delle prugne

Produzione pane fatto in casa

Albertone mostra il prodotto finito…

Produzione Rakija (grappa)

A passeggio (con cartelli che segnalano i campi minati)

Giochi insieme

Durda (Giurgia), un’incredibile mamma!

Sanja e Valentina

Che vista… e che paesaggi!

Anna in visita a famiglie povere

Anna e Jerry con nuovi amici bisognosi

Vuoi un pò d’acqua anche tu?

Con Irena e Zarko a Karlovac

Al museo della guerra di Karlovac (il buco è quello causato da una granata)

Fiori invece dei cannoni

Tutti insieme appasionatamente

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Esordio sotto la pioggia della nostra band “Hole Truth” a Lokve, sulle montagne intorno a Rijeka. Era iniziato tutto alla grande, ma, purtroppo, la pioggia poi si è resa protagonista…
E’ stata comunque un’occasione per conoscere nuove persone e creare nuovi contatti.
Prossimo appuntamento a Rijeka, il 27 settembre.

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Questa è qualche foto del nostro ultimo viaggio a Karlovac e Vojnic. Domani ritorniamo a casa di Sanja e famiglia (sulla montagna) per aiutarli con la raccolta delle prugne, il taglio della legna e altri lavori. A presto con le foto della nuova avventura.

Qui sotto siamo da Franjo a Karlovac

Brigita col poster “Ciò di cui tutti abbiamo bisogno è amore”

Brigita legge Contatto

Da Giuseppe, Marija e Brigita a Karlovac

La piccola Martina…

Distribuzione di scapre a Vojnic (grazie Paola e amici della C6 di Verona)

Angia balla con Albertone…

Il più bel regalo per Sasa e fratelli: un pallone da calcio

Guardate i girasoli di Angia…

Foto di gruppo da Angia

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Poi ritorna a te

Stava guidando verso casa una sera, su di una strada a due corsie.
Trovare un lavoro in quel paesino del Mid-West americano era un’impresa
quasi senza speranza, come la sua vecchia Pontiac scassata. Ma non
smetteva mai di cercare: da quando la fabbrica aveva chiuso i battenti
era disoccupato e con l’arrivo dell’inverno cominciava a raggelarsi
anche la speranza.
Era una strada con pochissimo traffico, poiché poche persone avevano
un motivo per percorrerla, se non per andarsene di là. La maggior parte
dei suoi amici se n’era già andata: avevano famiglie da mantenere, sogni
da realizzare. Ma lui era rimasto: dopotutto era lì che aveva sepolto
sua madre e suo padre. Era lì che era nato, conosceva il posto. Poteva
percorrere quella strada ad occhi chiusi e dirvi che cosa c’era dall’altra
parte; e visto che i fari della macchina non funzionavano, questo fatto
gli veniva molto comodo.
Si stava facendo buio e i primi fiocchi di neve mulinavano già nel
vento. Sarà meglio che mi dia una mossa, pensò. Quasi non vide l’anziana
signora in panne a lato della strada: ma anche nella fioca luce del
crepuscolo si vedeva chiaramente che aveva bisogno di aiuto, così
si fermò giusto davanti alla Mercedes di lei e scese dalla macchina.
Il motore della sua Pontiac stava ancora scoppiettando quando le
si avvicinò.
Pur vedendo il sorriso sul volto di quello sconosciuto, lei si sentì
un po’ timorosa: nessuno si era fermato in quell’ora o giù di lì che era
rimasta ferma. Le avrebbe fatto del male? Non aveva un aspetto affidabile:
sembrava povero e affamato.
Lui vide che lei aveva paura ed era quasi paralizzata dal freddo. Sapeva
come si sentiva: era quel gelo che solo la paura può dare.
“Sono qui per aiutarla, signora”, disse. “Perché non si mette in macchina,
dove fa meno freddo? Ah, fra parentesi, mi chiamo Bryan”.
Il problema era solo una gomma a terra, ma per un’anziana era già
un grosso grattacapo. Bryan si infilò sotto la macchina per vedere dove
poteva sistemare il cric, sbucciandosi le nocche delle dita un paio di
volte; ma in poco tempo riuscì a cambiare la gomma, però sporcandosi
tutto. Le mani gli facevano male.
Mentre riavvitava i bulloni, lei abbassò il finestrino e iniziò a conversare
con lui. Gli disse che veniva da St. Louis ed era solo di passaggio: non
sapeva come ringraziarlo per averla aiutata. Come tutta risposta Bryan le
sorrise mentre chiudeva il baule della macchina.
Lei gli chiese quanto gli dovesse e gli disse che qualsiasi somma lui
avesse chiesto le sarebbe andata bene; poteva ben immaginare le cose
terribili che le sarebbero potute succedere se lui non si fosse fermato.
Ma Bryan non ci pensò neanche: per lui non era un lavoro, si trattava
solo di aiutare qualcuno che si trovava nel bisogno; Dio sapeva che un
mucchio di gente aveva dato una mano a lui in passato. Aveva vissuto
tutta la sua vita in base a quel principio e non gli sarebbe mai venuto
in mente di agire diversamente.
Le disse che se veramente voleva ripagarlo, la prossima volta che
avesse incontrato qualcuno che aveva bisogno di aiuto avrebbe potuto
dare a quel qualcuno ciò che gli era necessario.
Lui attese che lei avviasse il motore e si allontanasse. Era stato un
giorno freddo e deprimente, ma si sentiva meglio mentre si dirigeva
verso casa e il buio lo inghiottiva.
L’anziana signora, dopo aver percorso qualche chilometro, vide una
stazione di servizio con annesso un piccolo bar tavola calda, così decise
di entrare a mangiare un boccone e riscaldarsi un po’ prima di percorrere
l’ultimo tratto di strada che la separava dalla sua meta.
Era un modesto ristorantino dall’aria sciatta; nello spiazzale antistante
c’erano due vecchie pompe di benzina. Il registratore di cassa era come
il telefono di un attore che ha fatto il suo tempo: non suonava quasi mai.
Tutto ciò la faceva sentire un po’ spaesata.
Arrivò al suo tavolo la cameriera, che, vedendo che la signora aveva
i capelli bagnati, le portò un asciugamani pulito perché si asciugasse
i capelli. La giovane cameriera aveva un sorriso dolce, che il solo fatto di
essere stata in piedi tutto il giorno non poteva cancellare. La signora notò
che era all’ultimo paio di mesi di gravidanza, ma nemmeno l’affaticamento
e la tensione che ciò indubbiamente comportava le impediva di essere
affabile. La signora si chiese come facesse un persona che aveva così
poco ad essere tanto altruista e cortese con un estraneo: fu allora
che si ricordò di Bryan.
Quando ebbe finito di mangiare pagò con una banconota da cento
dollari; e mentre la cameriera le andava a prendere il resto scivolò fuori
dal ristorante senza una parola. Aveva già lasciato il parcheggio
quando la cameriera arrivò al tavolo con il resto: si chiese dove fosse
andata la signora, ma poi notò che su di un tovagliolino c’era scritto
qualcosa. Leggendo ciò che la signora aveva scritto le vennero le
lacrime agli occhi:
“Non mi devi niente. Anch’io ho passato dei momenti difficili e
qualcuno una volta mi ha aiutato, proprio come io sto aiutando te
adesso. Se davvero vuoi ripagarmi, ecco quello che devi fare: non
lasciare che la catena si fermi qui”.
C’erano ancora tavoli da sparecchiare, zuccheriere da riempire e clienti
da servire, ma la cameriera arrivò alla fine di un altro giorno.
Quella sera, quando tornò a casa dal lavoro e si mise a letto, ripensò a
quei soldi e a ciò che la signora aveva scritto. Come faceva quell’estranea
a sapere quanto lei e suo marito avessero bisogno di quei soldi? Con il
bambino che doveva nascere il mese dopo, sarebbe stata dura. Suo marito
dormiva già; sapendo quanto fosse preoccupato si sdraiò silenziosamente
al suo fianco, gli diede un morbido bacio e gli sussurrò: “Andrà tutto
bene. Ti amo, Bryan”.

Non si perde mai a dare
di David Brandt Berg

Il sistema finanziario del Signore funziona in maniera contraria a quello dell’uomo. Infatti nel mondo si
dice: “Quando sarò milionario comincerò a dare!”
Ma il Signore dice: “Comincia a dare adesso quello che hai, e poi Io ti darò ciò di cui hai bisogno per poter
dare di più; anzi, ti darò ancora più di quello!”
Dio vuol vedere se darai fedelmente e con sacrificio quello che hai ora. Vuole scoprire come usi gli spiccioli
prima di darti le banconote.
Quando Lui mi ha detto questo, ho cominciato a dare il doppio di mancia alle cameriere, ai fattorini, al postino e alla
povera giornalaia ambulante. Ho iniziato a distribuire quattrini a tappeto ed è stato fantastico!
E, che ci crediate o no, ben presto abbiamo iniziato a ricevere più fondi per le nostre spese: abbiamo cominciando
a mietere i benefici che vengono dall’essere disposti a dare. Quando io ho cominciato a dare il doppio, il Signore
ha cominciato a dare il doppio a me !
Molla gli ormeggi e permetti a Dio di dare attraverso di te. Ben presto scoprirai che Lui ti darà di più
attraverso gli altri! “Liberamente avete ricevuto, liberamente date!” (Matteo 10,8). Non si perde mai a dare!
Quanto hai dato tu ultimamente?

Fai tutto il bene che puoi.
In ogni modo che puoi.
Con tutti i mezzi che hai.
In ogni luogo che puoi.
Ogni volta che puoi.
Fintanto che puoi.
– John Wesley (Teologo ed
evangelista britannico,
1703-1791)

Una parola ci libera dai pesi e
dagli affanni della vita:
quella parola è Amore.
– Sofocle (drammaturgo
greco, 496-406 A.C.)

Fai ogni giorno per
qualcuno qualcosa per cui
non vieni pagato.
– Albert Schweitzer (teologo,
filosofo, missionario medico,
premio Nobel ,1875-1965)

Quello che un uomo semina,
quello raccoglierà.
La Bibbia: Galati 6,7

Date e vi sarà dato: buona
misura, scossa, pigiata e
traboccante, vi sarà versata in
seno.
La Bibbia: Luca 6,38

Per scaricare questa riflessione in PDF, cliccate qui:
poi-ritorna-a-te

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Ciao amici, volevo avvertirvi che sono arrivata sana e salva in Toscana e già mi mancate tutti…il mare qui non è proprio bello come laggiù in Croazia, ma mi accontento…
Oltre a salutarvi tutti e a mandarvi i miei più grandi baci, volevo anche ringraziarvi per la stupenda esperienza che mi avete fatto vivere in quelle 2 settimane che sono stata con voi… non solo ho visitato tanti posti stupendi, ma sono riuscita a conoscere tantissime persone così diverse ma allo stesso tempo uguali a me che hanno trovato il tempo per raccontarmi la loro storia e il modo per migliorare la mia vita. Forse non sono solo i miei 18 anni che mi renderanno matura, ma il vostro aiuto e le vostre parole mi hanno fatto conoscere qualcosa di diverso e migliore e mi hanno fatto capire un po’ di più chi sono. Soprattutto mi hanno spalancato gli occhi nuovamente al mondo… quel mondo che tanto odiavo e tanto rifiutavo di vedere perchè ormai mi aveva ferita abbastanza. Grazie a voi ora so che esiste un mondo migliore, fatto da persone simpatiche, buone, gentili, carismatiche e pronte ad amare la prima ragazzina pisana che li va a trovare come se fosse figlia loro…

Vabbè come dice il cantante Ligabue: ho perso le parole o forse sono loro che han perso me… ma una parola mi è rimasta ancora: GRAZIE!!!!!!

Grazie per la bella esperienza che mi avete regalato quest’estate 2008… vi voglio veramente bene! Grazie a tutti e per tutto; siete speciali!

Giulia (18 anni)

Giulia durante il murales realizzato al Dom za odgoj di Rijeka

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E oggi sono tornati a casa anche Miroslav, Chiara, Laura e bimbe, con il nuovo bebè Amalia Monique (vedi foto, sembra abbastanza soddisfatta e già sorridente). Missione compiuta, si potrebbe dire, o appena iniziata. Ogni nuova vita è un dono di Dio, ma anche una Sua nuova opera o lavoro che richiederà cure, attenzioni e tanto amore. Nell’altra foto: le bimbe con un’amichetta di passaggio, Katarina, la nipotina di Rayna.

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Non ho parole per descrivere l’emozione e la gioia nel farvi sapere che il nostro caro amico e fratello Alberto (chiamato affettuosamente Albertone, per via della sua mole; peruviano di nascita ma da tanti anni residente in Italia), ce l’ha finalmente fatta a venire a trovarci! Ci aveva provato altre volte, la prima nel 1997, quando avevamo da poco iniziato la comunità in Croazia. La burocrazia richiesta per ottenere il visto l’aveva scoraggiato, ma questa volta la prassi è stata abbastanza semplice, e…voilà, ce lo siamo ritrovato alle porte di casa! Nelle foto sotto: mentre dedica del tempo alla lettura e alla riflessione, e anche all’opera di fornaio (“Ora et labora”).

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Oggi è stato il giorno della partenza e già tutti ci mancano… Ecco cosa hanno scritto i ragazzi sul “libro della comunità”.

Giamba (16 anni): “Prego Gesù per voi tutti e per me, che io possa sempre ricordarmi di questa stupenda, meravigliosa… ecc… ecc… vacanza.
Grazie per l’amore che mi avete dato e che mi avete fatto dare”

Valeria (16 anni): “Grazie a tutti per questa meravigliosa esperienza. Spero di tornare anche l’anno prossimo. Prego per tutti voi perchè con le vostre attività aiutate tantissime persone in difficoltà. E’ stata una settimana diversa, è bello rendersi utili per gli altri, vedere come sorridono con poco.
Grazie! Un grandissimo abbraccio”

Federica (16 anni): “Ciao! Non ho parole per descrivere questa esperienza, mi ha dato molto… davvero! Ringrazio tutti, siete delle persone stupende, mi mancherete tantissimo. Mi avete insegnato a godere delle piccole cose che all’apparenza possono sembrare banali, ma sono quelle più belle e più vere.
Da tutte le attività fatte ho capito quanto è importante aiutare gli altri, regalare un sorriso… grazie davvero!”

Elena e Chiara (20 anni): “Abbiamo raggiunto l’ottavo anno e come sempre quando è ora di partire le lacrime non si fermano! Speriamo di poter tornare a settembre, già non ne vediamo l’ora!
Un abbraccio grande grande grande!”

Betta (16 anni) e Francesco (18 anni): “Grazie della bellissima esperienza vissuta… siete veramente una forza! Questa settimana ho imparato l’importanza di molti sentimenti come l’amore, l’amicizia, la fiducia e molti altri.
Grazie di cuore per tutto… Un bacione.
All’anno prossimo! Ciao”

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Missione compiuta! Un bel po’ di fatica, sudore e stanchezza, ma ne valeva la pena. Le foto sotto possono solo dare un’idea di come siano cambiate le cinque stanze su cui abbiamo lavorato in questi giorni. Non più graffiti e sporco ma colore e immagini che comunicano gioia e positività. Lidija, il personale e soprattutto i ragazzi dell’istituto erano più che soddisfatti e …non è finita. Ci sono tante altre camere e stanze da migliorare.

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Oggi siamo stati tutto il giorno al Center za odgoj (istituto correzionale per minori), a imbiancare e pulire due camere e a dipingere un altro murales nella stanza-studio. Le foto non hanno bisogno di spiegazioni…

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