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Archive for aprile 2010

Siamo appena tornati da Mostar dove, oltre che a visitare una ventina di famiglie, abbiamo completato la “restaurazione” del murales originario fatto nel 1996. L’iniziativa ha attirato l’attenzione di parecchi passanti e di tanti che in questi anni si erano affezionati al murales e al suo messaggio di pace. Abbiamo infine scoperto chi l’ha “protetto” tutti questi anni, un vero e proprio fan che ha abitato di fronte al murales da sempre (anche durante gli anni della guerra). La storia è incredibile… questo amico ha perfino richiesto pratiche e sollecitazioni, specialmente quando ad un certo punto sembrava che dovesse venir definitivamente cancellato, come tanti altri graffiti sui muri vicini.

Qui sotto, con il “protettore”, soddisfatto del miglioramento.

Perfino dei turisti italiani di passaggio, di Campobasso,  si sono fermati a darci una mano…

Si sono uniti a noi anche delle bimbe e due bravissimi studenti universitari.

Pittori dal basso e… dall’alto! Grazie a Andrea e Jeffrey per essersi arrampicati più volte sul muro.

Jeffrey che completa la targa-dedica.

Il team dei “pittori” al completo, compreso Nermin e Ibrahim, i due studenti universitari che ci hanno instancabilmente aiutato fino alla fine.

Murales finito!

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Siamo partiti da Rijeka lo scorso martedì, furgone carico di alimentari, vestiario, scarpe e…colori e pennelli. Sulla via ci siamo fermati a Slavonski Brod, una cittadina sul confine con la Bosnia, a far visita a due care amiche, Jadranka e Kristina (quest’ultima da anni in carrozzella e reduce da più di una ventina di operazioni che però non le hanno tolto nè fede nè smagliante sorriso!)

Per arrivare a Sarajevo abbiamo percorso un’altra via, un altro angolo della magica Bosnia con verdi colline, terreni incolti e abbandonati e chilometri di case fantasma come quelle nella foto sotto, scattata dal pulmino.

Nel 1996 un gruppo dei nostri volontari avevano realizzato questo murales di pace sulle mura di Mostar. E’ ancora lì, ma uno dei progetti di questo viaggio è di “restaurarlo” un po’, con l’aiuto di altri giovani volontari che operano in zona.

Ci metteremo all’opera questo weekend e vi faremo vedere il lavoro ultimato!

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Ebbene sì, siamo stati parecchio impegnati ultimamente e non vi abbiamo aggiornato da un pò, così ho pensato di mettere insieme un potpourri di notizie della prima metà di aprile e qualche foto…

Pasquetta alla mensa dei poveri di Rijeka, con la partecipazione di mamma Marina, Elvis da Rijeka (che spettacolo hanno messo insieme!) e Pietro e Katia da Verona.

Finalmente abbiamo finito il murales esterno all’orfanotrofio di Lovran, che caldo stavolta!

Nel frattempo, pulizie di primavera e tanti lavori di imbiancatura e riorganizzazione della comunità: grazie Jeffrey, Elvis e Laura!

Dal nostro ultimo viaggio in Italia: toccante incontro a casa di Patrizia, a Travagliato (BS).

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In un tempo non molto lontano c’era una ragazza misteriosa che voleva andarsene, se ne voleva andare perché non ce la faceva più con la sua famiglia che l’aveva sempre criticata e che non ha mai creduto veramente in lei. Era stanca di tutto questo, si sentiva vuota, come se la sua vita non avesse né un senso né un significato preciso. Voleva cambiare le cose e voleva cambiarsi.

Così un magico giorno arrivò una lettera dove c’era scritto che si poteva andare una settimana in Croazia a fare del volontariato presso degli amici che erano già venuti in paese. La giovane ragazza pensò subito che era una grande idea, proprio quello che ci voleva: andarsene di casa per un po’ era decisamente una bella cosa che poteva aiutarla a ritrovare se stessa e quella pace interiore che non aveva mai avuto, magari anche a perdonare quel ragazzo che l’aveva fatta tanto soffrire e anche ritrovare quella fede in Dio che piano piano la stava abbandonando.

Era tutto pronto per la partenza e la felicità era tanta, ma proprio prima di mettersi in viaggio, ecco che appaiono nella mente della nostra ragazza misteriosa mille pensieri e mille dubbi: e se non mi dovesse piacere? E se lì la gente non mi accetta per quella che sono? Certo sono già abituata a non avere grandi amicizie, però mi  dispiacerebbe non essere capita anche lì…

Per tutto il viaggio non ha fatto altro che pensare a questo, ovviamente davanti agli altri non poteva farsi vedere così preoccupata quindi decise di provare ad accantonare tutto e di godersi questa “vacanza”, magari era anche un buon modo per avvicinarsi ai giovani del paese che in certo senso non l’hanno mai fatta sentire parte di una comunità giovanile. Magari era anche colpa sua che per paura di non essere accettata aveva alzato una barriera e faceva vedere solo il lato peggiore di lei.

Dopo quasi otto ore di viaggio (ovviamente ci siamo persi per strada) siamo arrivati a destinazione, ci siamo stabiliti nelle camere e dopo che tutti sono andati a dormire (erano già le 5 del mattino) la ragazza non riusciva a prendere sonno quindi se ne stava sul balcone della sua camera che dava sul mare ad ammirare le stelle e la luna che si riflettevano su quella superficie blu scura e danzavano al tempo delle onde, avanti e indietro, come delle bellissime modelle che sfilano. Tutto ciò lo faceva ogni notte, ovviamente dopo che tutti sono andati a dormire e quando il giorno dopo le chiedevano cosa avesse fatto rispondeva di aver dormito. Non poteva certo dire che era stata i  piedi tutta notte a pensare e ripensare e riflettere su tutto e a pregare soprattutto, di sicuro l’avrebbero persa in giro per com’è fatta e per i suoi comportamenti molto strani.

E’ stata una settimana spettacolare, vissuta con tutta l’intensità possibile. Non credeva che fosse così, ma aiutare tutte quelle persone l’hanno fatta come ritornare a vivere, vedere i loro sorrisi le mettevano in corpo una gioia immensa.

Quando è stata ora di ritornare a casa per la ragazza misteriosa è stato un vero e proprio dramma. Non voleva andarsene, finalmente ha trovato un posto dove si è sentita accettata anche per la sua diversità senza essere giudicata male ed essere solo una semplice persona disposta a dare la vita per aiutare gli altri in qualsiasi momento e in qualsiasi modo.

Durante il viaggio di rientro pensò a tutte quelle domande e tutti i pensieri che aveva prima di arrivare e capì di aver trovato le risposte a tutto o quasi. Quel ragazzo che l’ha fatta tanto soffrire non merita il suo odio, no, merita il suo perdono, perché se perdoni vivi meglio con te stesso.  Quella fede in Dio è ritornata e più forte di prima. E per quel che riguarda la sua famiglia, beh… c’è ancora tanta strada da fare; ci sono degli alti (molto pochi) e dei bassi (molto frequenti). Ma cosa ci può fare la giovane ragazza, non può pretendere di cambiare tutto in una sola settimana, ha ancora tutta la vita la davanti.

È riuscita a maturare tanto e a capire moltissime cose e tutto questo lo deve a loro: “i giovani volontari della Croazia” come li chiama lei. L’hanno aiutata e per questo ne è davvero riconoscente. Adesso è anche più tranquilla dentro…

Credo che alla fine di questo racconto, anzi raccontino, visto che non è lungo si possa svelare l’identità di questa ragazza anche se credo che abbiate già capito… la giovane ragazza misteriosa sono proprio io!

Non smetterò mai di ringraziarvi per tutto.. Vi porterò sempre nel mio cuore.. Vi voglio bene!!!

Virginia

PS. A tutti voi cari amici questa piccola e semplice poesia io dedico, affinchè vi possa aiutare nei momenti difficili. Sappiate che ovunque sarò vi penserò sempre e vi terrò in eterno nel mio cuore. Baci. Vi voglio bene!

“…E’ come il vento… non lo vedo,
ma lo percepisco…
Riesco a percepire:
la gioia…
la tristezza…
l’amicizia…
il dolore…
ma soprattutto l’amore…
E’ proprio questo il motore che fa funzionare tutto…
senza l’amore non c’è la spensieratezza, la libertà… ma soprattutto la vita…
Aprite il cuore all’amore e vedrete che vi parlerà e guiderà sempre…”

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Grazie a Jerry, che ha recuperato all’ultimo dei biglietti gratis, abbiamo potuto far vivere un paio di ore di gran divertimento ai ragazzi di Lidija del Dom za odgoj di Rijeka.

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Buona Pasqua!

Tanti auguri di buona Pasqua, con una riflessione. Per leggere Cliccate qui

Che la gioia e la luce di Gesù risorto vi accompagnino sempre!

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La gabbia vuota

La vigilia di Pasqua, un uomo di nome Gorge Thomas stava passeggiando quando vide venire nella sua direzione un ragazzo che portava una vecchia gabbia arrugginita. Lo fermò e gli chiese cosa ci fosse dentro la gabbia.

“Tre uccelli”, rispose il ragazzo. “Me li porto a casa per divertirmi un po’: li stuzzico un po’, poi gli strappo qualche penna per farli combattere”.

“Prima o poi ti stancherai di giocare con loro”, replicò Thomas. “Allora cose ne farai?”

“Oh, ho dei gatti; a loro piacciono gli uccelli, così glieli darò da mangiare”.

Thomas rimase un attimo in silenzio. “Quanto vuoi per questi uccelli, ragazzo?”

“Cosa?”, replicò sbalordito il ragazzo. “È sicuro di volerli? Sono solo degli uccelli di campo. Non cantano bene e non sono neanche belli”.

“Quanto?”, chiese di nuovo Thomas. Il ragazzo lo squadrò come se fosse matto e rispose: “Dieci dollari”.

L’uomo tolse di tasca un biglietto da dieci dollari, li mise nella mano del ragazzo e prese la gabbia. In un attimo il ragazzo sparì.

Thomas s’incamminò su un prato, depose al suolo la gabbia e ne aprì la porta, liberando gli uccelli.

La mattina successiva, Pasqua, Thomas mostrò la gabbia vuota ad un gruppo di amici e parlò loro del ragazzo e della gabbia. Poi raccontò la seguente allegoria:

Un giorno Satana e Gesù stavano parlando.

“Proprio così”, si vantò Satana, “ho appena preso un mondo pieno di gente! Ho messo una trappola e li ho beccati tutti!”

“Cosa ne farai adesso?”, chiese Gesù.

“Mi divertirò un po’”, esultò malignamente Satana. “Insegnerò loro a mentire, ingannare, rubare e uccidere. Sarà proprio uno spasso!”

“E quando avrai finito di divertirti?”, chiese Gesù.

“Li ucciderò tutti”, disse orgogliosamente Satana.

“Quanto vuoi per darmeli?”, chiese Gesù.

“Ah, non te ne fai niente di questa gente! Non valgono niente. Ti odieranno. Non ti causeranno altro che tristezza e dolore e alla fine ti uccideranno. Puoi farne a meno!”

“Quanto?”, chiese di nuovo Gesù.

Satana lo guardò e con un sogghigno disse: “La tua VITA!”

“AFFARE FATTO!”

E Gesù pagò il suo prezzo.

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